Nel corso della loro fin qui lunga e fortunata vita, gli apparecchi tecnologici realizzati dalla grande azienda statunitense Apple, senza dubbio, hanno sempre vissuto sotto la luce diretta dei riflettori. iPad o iPhone, sia che se ne parlasse con toni positivi che con toni negativi, hanno da sempre rappresentato il punto di riferimento per tutti, quando si parlava di tablet e di smartphone: d’altronde, proprio i device contrassegnati dall’iconica mela morsicata di Apple hanno rivoluzionato il mercato, consegnandoci i concetti stessi che oggi abbiamo, appunto, di un tablet o di uno smartphone.
Ma, fra i detrattori, si è adesso aggiunta anche Greenpeace. La nota organizzazione, che da sempre si batte per la salvaguardia dell’ambiente, si è scagliata ancora una volta contro il fenomeno della obsolescenza programmata, del quale proprio Apple, evidentemente, ha abusato in maniera particolare soprattutto nel corso di questi ultimi tempi.
E così, per Greenpeace, dietro la lavagna finiscono proprio gli iPad, specialmente gli ultimissimi modelli Pro. Secondo la nota associazione, infatti, dal punto di vista tecnologico, il metodo migliore per contrastare l’inquinamento e per ridurre lo spreco delle risorse è quello di realizzare dei device capaci di resistere nel tempo e facilmente riparabili.
In questo senso, gli iPad Pro hanno raggiunto un risultato a dir poco disastroso: un punteggio di appena 2, su una scala che va da 1 a 10. Un monito nei confronti di Apple, che pure era stata eletta dalla stessa Greenpeace come la compagnia tecnologica più verde del pianeta.
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